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Reportage dal Macro Event di Caravan Next a Sevilla

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Il fiume Guadalquivir si è trasformato nel simbolo della rottura delle frontiere e i collettivi di cittadini, organizzati dal Centro TNT Atalaya, si sono riuniti a Sevilla per dare vita a una serie di giornate di spettacoli e eventi di comunità dal titolo «Río sin fronteras». Il Macro Event di teatro sociale, uno dei più grandi che si siano mai svolti in Spagna, fa parte del progetto internazionale Caravan Next, finanziato dal Programma Creative Europe dell’Unione Europea.

Più di 50 collettivi di cittadini con 600 participantes e 2.500 spettatori. Tra i gruppi di cittadini che han preso parte all’iniziativa, le gitane del Vacie, il Centro de Artes Escénicas de la Rinconada, la Associazione di promozione socioculturale «Solidaridad NIJA La Bachillera», il Movimento per lo Sviluppo dell’Africa, la Escuela Superior de Arte Dramático, gli attori del TNT e alcune associazioni che lavorano con i migranti.

Sei giornate che hanno visto protagonista la città, e che hanno preso avvio il “Giorno del rispetto della diversità culturale”, quando gruppi dell’Equador, del Paraguay, Uruguay, Bolivia e Perú sono stati coinvolti in una carovana musicale e di danza. Una celebrazione alternativa, diversa, del giorno della scoperta dell’America. «È stata emozionante la partecipazione della gente e vedere che possibilità di incontro offre il teatro», ha affermato Ricardo Iniesta, direttore di TNT Atalaya.

«Come TNT Atalaya avevamo già partecipato in un progetto internazionale, Caravan Artists on the Road, che consisteva in performance di teatro itineranti che viaggiavano sul un furgoncino, Il Caravan. Abbiamo attraversato gran pate d’Europa ed è stato incredibile. Adesso ci voleva un Macro Event come questo per sottolineare finalmente che bisogna finirla di erigere confini. Questo era il nostro obiettivo e di qui viene il titolo della settimana di eventi teatrali».

Collettivi e gruppi di cittadini presenti

Teatro con gruppi svantaggiati, migranti, donne senza casa, gitane del Vacie, donne malate di cancro che riescono a raccontare la loro malattia con humor e ironia, e il club de Remo, che ha realizzato una performance emozionante sul fiume inscenando un naufragio nel Mediterraneo e la conseguente azione di soccorso. Il secondo giorno ha visto la Marcia per i rifugiati attraversare la città seguendo il corso del Guadalquivir. Alla testa del corteo, il carro di Madre Coraggio [Brecht] di Atalaya. Ad un certo punto tutti si sono sdraiati a terra per ricordare le migliia di migranti morti nel Mediterraneo e le migliaia che la Spagna respinge ogni anno. Il pubblico ha risposto in un modo inaspettato.

Prima della grandiosa chiusura del Macro Event con un coro di più di 100 voci che intonavano La canzone del popolo de I Miserabili (pubblico, attori rofesionisti di Atalaya, dei collettivi e dei partner del progetto, quali l’Odin Theatret della Danimarca, Brama Theatre della Polonia e SCT Centre), il pubblico ha potuto assistere ad uno spettacolo che è ormai diventato un classico. «Fuenteovejuna», portato in scena da un gruppo di donne gitane che abitano nel campo rom sivigliano El Vacie, dirette da Pepa Gamboa.