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Lavorare con l’immaginario visivo, gli oggetti, gli spazi

Lo spazio, gli oggetti e le parti visive sono elementi costitutivi del teatro.
Nella metodologia TSC il luogo dove avviene il processo teatrale così come quello dell’evento finale (sia esso scelto o dato) sono aspetti scelti consapevolmente per favorire sia l’esperienza emotiva, sociale e immaginativa del partecipante sia la natura artistica dell’evento.
Durante l’appuntamento di marzo della Scuola di Formazione Avanzata di Teatro Sociale e di Comunità, sono stati proposti, attraverso un approccio teorico-pratico,  modi per allenare la competenza visiva e spaziale in modo da poterla usare nel contesto del lavoro teatrale con i gruppi.

Quando in drammaturgia parliamo di spazio, intendiamo una categoria essenziale del pensare e dello scrivere per il teatro. Sapere vedere spazi significa sapere individuare in un luogo le caratteristiche che lo identificano come un luogo specifico, produttore di significati in se stesso. Viceversa immmaginare e costruire spazi nella scrittura non significa tanto dare delle indicazioni di scenografia, ma dare indicazioni perchè il luogo abbia le caratteristiche adeguate a contenere e far accadere l’azione. Lo spazio è una condizione dell’azione, non è un contenitore ma un generatore di accadimenti. (Alessandra Rossi Ghiglione, Teatro Sociale e di Comunità, p. 110)

Lo spazio ha contemporaneamente una dimensione fisica (è costituito in un certo modo, si trova in un certo luogo), una dimensione storica (cos’è successo in quello spazio? Com’è stato usato? Che passato ha?) e una dimensione relazionale (Chi si è incontrato in questo spazio? Quali sono le storie indivisuali legate a questo luogo?). Non si tratta dunque di un elemento neutro ma essenziale alla costruzione drammaturgica.

Se è vero che ogni spazio è portatore di significati, rimanda a memorie d’uso, predispone una certa condizione emozionale e cognitiva, bisogna fare i conti con quello che lo spazio dice – quello che possiamo chiamare “la drammaturgia implicita dello spazio” – perchè questa comunicazione si intreccerà (per sintonia e/o per contrasto, sostenendo o cancellando) con la comunicazione contenuta nel testo e nello spettacolo. (Alessandra Rossi Ghiglione, Teatro Sociale e di Comunità, p. 111)

Sarà infatti del tutto diverso condurre un laboratorio di TSC o inscenare una performance nella sala di un day hospital, o in una piazza di paese o in una chiesa. Come scegliere uno spazio per la performance in base al suo significato? Durante il workshop, i partecipanti hanno visitato alcuni spazi del distretto Barolo, dove si sono tenuti i laboratori e le performance del progetto Caravan Next nel 2016. Qui, hanno svolto una serie di esercizi teatrali appositamente pensati per quei luoghi e assistito all’intervento dell’architetto Marangi, che ha illustrato come il lavoro con gli spazi crei immagini, simboli e metafore essenziali per la partitura teatrale dello spettacolo e solleciti spesso un mutamento della visione del drammaturgo prima e del pubblico poi.

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Durante il workshop si è affrontata anche l‘importanza degli oggetti di scena per la costruzione dell’azione teatrale. Gli oggetti hanno valenze diverse a seconda che si tratti di oggetti personali, oggetti portati dal conduttore del laboratorio teatrale o oggetti costruiti collettivamente dai partecipanti al laboratorio.

Gli oggetti di scena e i costumi in teatro hanno le stesse caratteristiche dello spazio e dell’azione: sono elementi necessari all’azione e portatori di significati propri che si uniscono a quelli prodotti dagli altri elementi, e come per tutto ciò che è teatrale, gli oggetti sono più efficaci quanto più sono insieme concreti e metaforici e tanto meno astratti. (Alessandra Rossi Ghiglione, Teatro Sociale e di Comunità, p. 111)

Gli oggetti permettono di parlare di sé in modo mediato, senza mettere in gioco direttamente il corpo o usare la parola. Ogni partecipante ai laboratori teatrali presenterà un diverso attaccamento ad un oggetto e una storia diversa che lo coinvolge: nella scrittura teatrale si tratterà poi di individuare gli universali, a partire da una sintesi che racconti quanto nel dettaglio è emerso durante il laboratorio.